Le implicazioni della Legge islamica nell’economia
Per analizzare correttamente le fondamenta teoriche dell’impostazione islamica dell’intermediazione finanziaria è bene tener presente questo presupposto:
La finanza islamica mira, almeno in teoria, alla giustizia sociale e all’abolizione dello sfruttamento.
La più importante implicazione della religione islamica nell’economia è quella del divieto di interesse il cui approfondimento merita uno spazio dedicato disponibile qui.
Non meno importante, anche se maggiormente vicino al modo di pensare occidentale, è il divieto di gharar vale a dire di utilizzare informazioni non disponibili per altri e diminuire il rischio d’impresa.
Oltre alle proibizioni di riba e gharar, la Shariah sancisce tutta una serie di altre proibizioni e precetti, che come le precedenti vanno ad influenzare in maniera diretta il modo di agire sul mercato degli operatori economici islamici, e quindi anche delle istituzioni bancarie e finanziarie.
In particolare viene fatta una netta distinzione tra ció che è permesso (in arabo halal) e ció che invece è proibito (haram). La Legge islamica proibisce, tra l’altro, la produzione ed il commercio di:
- armi;
- tabacco;
- alcool;
- carne suina;
- articoli pornografici.
Dal punto di vista dell’attività bancaria tali divieti comportano due tipi di implicazioni operative. Da un lato la banca non puó investire direttamente i suoi fondi in nessuno questi settori, neanche per impieghi a breve termine legati alla gestione della liquidità. Dall’altro non può finanziare imprese o soggetti coinvolti in attività proibite.
Questo vuol dire, ad esempio, che un prestito non puó essere destinato alla costruzione o la ristrutturazione di un impianto di lavorazione del tabacco, o al finanziamento del commercio o dell’esportazione di prodotti alcoolici.
Chi è chiamato a vigilare sulla corretta applicazione dei concetti islamici? Gli Shariah boards, organi di verifica della corrispondenza dei prodotti finanziari con la legge islamica.
Provando ad immaginare le implicazioni di ciò nel futuro, si può facilmente supporre una elevata caratterizzazione religiosa che può far immaginare dibattimenti di finanza e politica economica in ambito religioso. In una realtà dove le due materie si influenzano a vicenda è possibile addirittura prevedere scismi a carattere economico.