Problemi di doppia operatività

L’Islamic banking è un fenomeno che nasce e si sviluppa nel corso degli ultimi trenta anni. Questo significa che tale sitema ha dovuto da subito affrontare il confronto con la tradizione di intermediazione convenzionale, dovendo quindi convivere con una realtà già radicata e funzionante basata su principi di funzionamento differenti.

Il successo e la sostenibilità di un’operatività senza la presenza dell’interesse, nonchè l’effettiva ponderazione delle potenzialità future, ha ingenerato nel corso degli anni un progressivo interessamento da parte del mondo finanziario a questo tipo di attività . Ne è conseguita una situazione in cui, oltre agli istituti bancari completamente islamici, ossia nati per operare seguendo i principi della Shariah, anche le istituzioni convenzionali hanno iniziato ad offrire prodotti islamici per far fronte alle esigenze della clientela musulmana. In particolare, l’allargamento del business da parte di una banca convenzionale verso tale nuovo tipo di mercato è avvenuto seguendo due direzioni. La prima consiste nell’apertura di sportelli islamici, denifiniti talvolta Islamic windows. Questo tipo di operazioni sono generalmente messe in essere da istituzioni che non fanno dell’intermediazione islamica il loro core business, ma che comunque vogliono offrire prodotti consoni alle esigenze di un particolare settore di clientela. L’apertura di una finestra islamica è solitamente il primo passo che viene effettuato dalle banche convenzionali occidentali verso l’intermediazione senza interesse, in quelle nazioni in cui la presenza musulmana è minoritaria rispetto al totale della popolazione. I costi di gestione sono infatti solitamente non troppo elevati, e questo tipo di operazioni permette di ingenerare fidelizzazione della clientela, nonchè di far partire processi di apprendimento e know-how.

La seconda opzione a disposizione di una banca ad operatività convenzionale è quella di controllare una banca islamica. Questo puó avvenire attraverso la creazione di un’altra separata istituzione, dedicata esclusivamente all’Islamic banking, oppure puó essere attuata attraverso l’aquisizione di un’istituzione islamica già esistente.

La seconda alternativa rimane piú attraente qualora la banca volesse penetrare un nuovo mercato geografico.

La creazione di finestre islamiche in seno ad una banca convenzionale puó ingenerare particolari tipi di problemi, definibili di doppia operatività, in quanto parte dell’attivo fruttifero e del passivo si comportano, come appena analizzato, in maniera e con problematiche differenti rispetto al complessivo funzionamento aziendale. Benchè gli sportelli islamici delle banche convenzionali offrano contratti di compartecipazione agli utili, spacialmente di mudaraba, in quantità ancora minore
rispetto alle banche islamiche, ció non deve far sottovalutare un problema: Qualora ci sia uno sbilanciamento eccessivo tra impieghi di profit-loss sharing e raccolta remunerata a tasso di interesse, la banca potrebbe incorrere in perdite in caso di andamento congiunturale sfavorevole. In tal caso, infatti, i profitti delle imprese finanziate sarebbero affievoliti, e potrebbero risultare non sufficienti alla copertura degli interessi passivi derivanti dalla raccolta che in proporzione avrebbe finanziato tali impieghi. In banche che presentano Islamic windows puó in definitiva essere affievolito il concetto di ripartizione e compartecipazione che invece è alla base di un sano funzionamento del sistema. Tale rischio è maggiore quanto maggiore è la quota del complessivo business bancario rivestito dallo sportello islamico rispetto alla quota complessiva. Questo tipo di costi devono essere ponderati con i benefici derivanti dalla fidelizzazione della clientela e l’acquisizione di expertises in prospettiva di un incremento del ruolo della finanza islamica dell’economia.

In concreto, non risulterebbe consigliabile investire in maniera islamica fondi raccolti in maniera tradizionale.

Nei paesi piú avanzati in tema di finanza islamica, accade spesso che le autorità di regolamentazione e controllo dei mercati incoraggino le istituzioni bancarie a costituire entità specifiche dedicate al mercato islamico, proprio per minimizzare i rischi derivanti dalla doppia operatività. È difatti piú facilmente regolamentabile una banca completamente islamizzata rispetto ai singoli sportelli islamici, i quali risentono in maniera diretta di una gestione con procedure concettualmente diverse rispetto alle proprie.