L’ISLAMIC BANKING IN MALAYSIA

Dopo aver analizzato i fondamenti teorici dell’Islamic banking e le sue caratteristiche
distintive nel confronto con il sistema bancario convenzionale, possiamo
analizzare il caso concreto della Malaysia. La Malaysia è una nazione in cui l’Islamic
banking, ed in generale la finanza islamica, ha trovato sviluppi di particolare
interesse, sia a livello di operatività bancaria che a livello regolamentare. Le
istituzioni malesi hanno infatti mostrato in passato e continuano a mostrare oggi
un forte interessamento verso lo sviluppo ed il sostenimento di un forte mercato
parallelo a quello convenzionale, all’avanguardia rispetto alle altre piazze mondiali,
capace di attrarre gli operatori esteri fornendo un environment ideale. Il mercato di
Kuala Lumpur, già leader nell’emissione delle obbligazioni islamiche (i cosiddetti
sukuk), si propone quindi di diventare uno degli hub internazionali in materia di
finanza islamica.
Le riflessioni che seguono si concentrano soprattutto sullo studio delle
caratteristiche del mercato bancario islamico in Malaysia in relazione alla
dimensione relativa da questo assunta, al percorso di regolamentazione intrapreso,
ai prodotti offerti, alle indicazioni di natura politica e strategica delle autorità .
Introduzione: la Malaysia
Nel 1957, dopo 150 anni di colonizzazione inglese, la Malesia conquista
l’indipendenza e diventa una monarchia federale costituzionale. Dopo
l’indipendenza la Malesia ha iniziato un cammino che, grazie particolarmente all’ex
Primo Ministro Mahatir, l’ha portata ad emergere dai paesi in via di sviluppo. Oggi
è uno dei paesi del Sud-Est asiatico economicamente piú sviluppati, con tassi di
crescita intorno al 6% l’anno nel corso degli ultimi dieci anni.
La popolazione, di circa 26 milioni di abitanti, è in prevalenza (circa il 60%) di
etnia malese, i cosiddetti bumiputeras, ma importanti minoranze sono rappresentate
dalle comunità cinese (25%) e indiana (8%). La religione predominante è l’Islam,
praticata uniformemente su tutto il territorio; contemporaneamente sono presenti
anche quelle buddista, indú e cristiana. La secolare coesistenza di diversi gruppi
etnici e sociali all’interno del paese ha favorito lo stanziarsi di un clima di
30
sostanziale28 tolleranza e rispetto, il che ha favorito la stabilità politica. L’unicità del
sistema sociale strutturato in maniera aderente alle diversità etniche, meriterebbe
un approfondimento maggiore particolarmente per via del fatto che i risvolti di
una simile unicità hanno avuto ripercussione che hanno caratterizzato anche il
sistema bancario e finanziario. Attualmente la carica di capo del governo è
ricoperta da Najib Tun Razak, esponente della coalizione Barisan National (BN)29,
che governa con un margine non così ampio rispetto ai suoi predecessori (Nelle
elezioni del 2004 i consensi verso la coalizione raggiungevano l’89% dei votanti
scesi al 66% nelle elezioni del 2008. Proprio questo calo di consensi popolari ha
spinto Abdullah Badawi (precedente Primo Ministro, successore di Mahatir) a
lasciare il suo incarico di Capo del Governo all’attuale Najib.
Dal lato macroeconomico i risultati positivi degli ultimi 20 anni, di costante
crescita con una sola lievissima flessione nel periodo della cosiddetta crisi dei
”mutui subprime”, possono essere ricondotti agli investimenti nel settore
manifatturiero e particolarmente quello specializzato, al miglioramento delle
esportazioni, nonché derivanti da elevati risparmi interni e consistenti flussi di
investimenti diretti esteri (sopratutto americani), attratti da un sistema di
infrastrutture adeguatamente sviluppato, da un’amministrazione pubblica
relativamente efficiente e dal buon livello di istruzione della forza lavoro. Un altro
elemento peculiare della politica di sviluppo della Malaysia è costituito
dall’efficiente sfruttamento delle risorse energetiche convenzionali, come il petrolio
ed il gas naturale, di cui il paese è uno dei maggiori produttori mondiali30.
Struttura legislativa bancaria in Malaysia
Per quanto riguarda il sistema bancario, i primi sforzi delle autorità malesi nella
direzione dello sviluppo di un mercato parallelo di tipo islamico sono iniziati nei
primi anni ‘80, con l’obiettivo iniziale di creare una banca ad operatività
completamente ispirata ai principi della Shariah, capace di resistere e competere
con il sistema convenzionale.
28 In verità , critiche al governo derivano dalla politica di facilitazioni (da alcuni definita
“discriminazione positiva”) rivolta alla maggioranza etnica malese dei bumiputeras. Il sostenimento
delle condizioni economiche di questa parte della popolazione, in termini di sgravi fiscali e diritti sul
lavoro, è sempre stata forte in passato ed è ancora oggi lungi da essere un fenomeno sorpassato,
fonte di dissapori in seno alle comunità minoritarie.
29 In seno al Barisan National è poi preponderante la presenza del partito United Malays National
Organisation (UMNO), di cui Najib è uno dei leader.
30 Per una visione piú completa della struttura politica, economica e sociale della Malaysia vedi
Ministero degli Affari Esteri, “Scheda Paese, Malaysia”
31
Il sistema finanziario della Malaysia è regolato dal Banking and Financial Istitution Act
(BAFIA), in vigore dal 1 Ottobre 1989, che ha preso il posto dei precedenti Finance
Companies Act del 1969 e del Banking Act del 1973. Questa legge ha il fine di:
“to provide new laws for the licensing and regulation of the institutions carrying
on banking, finance company, merchant banking, discount house and moneybroking
business, for the regulation of institutions carrying on certain other
financial businesses, and for the matters incidental thereto or connected
therewith.” (Banking and Financial Institutions Act, 1989)
L’incoraggiamento del governo allo sviluppo di un sistema bancario islamico ha
invece portato all’emanazione nel 1983 dell’Islamic banking Act,
“An Act to provide for the licensing and regulation of Islamic banking business.”
(Islamic Banking Act, 1983).
ossia una legge specifica per le istituzioni svolgenti attività di intermediazione
finanziaria ispirata ai principi della Legge islamica, capace di regolare in maniera
organica tutta quella serie di peculiaretà (il divieto di richiedere un interesse, la
presenza di un comitato di supervisione religiosa, etc) dell’Islamic banking rispetto al
tradizionale sistema basato sui tassi d’interesse. Con tale regolamentazione è stato
fornito un punto di partenza solido agli operatori nazionali potenzialmente
interessati a partecipare ad un mercato innovativo come quello che si stava
solamente intravedendo negli anni ottanta.
Con questi due atti legislativi la Malaysia si è quindi dotata degli strumenti necessari
per implementare un effettivo parallelismo tra banking convenzionale ed Islamic
banking, con regolamentazioni diverse e specifiche per entrambi i settori.
La presenza delle due leggi non ha però creato da subito una scissione perfetta tra
istituzioni completamente islamiche ed istituzioni completamente convenzionali,
perchè tali atti non prevedevano il divieto per gli operatori già presenti sul mercato
di offrire prodotti conformi alla Shariah31. Una scelta del genere è stata determinata
dalla mancata presenza di adeguate expertises nelle istituzioni convenzionali in tema
di finanza islamica, anche tra quelle che sarebbero state intenzionate a penetrare
questo business. Il rischio di convertire la normale operatività , o di creare dal nulla
una nuova banca, sarebbe stato fonte di rischi elevatissimi, in un periodo in cui la
funzionalità delle banche islamiche non era ancora stata accertata.
La totalità degli istituti di credito tradizionali interessati all’Islamic banking ha quindi
preferito iniziare ad offrire prodotti islamici sotto il cappello del Banking and
31 Per una rassegna dei principali prodotti bancari islamici vedi il capitolo 3.
32
Financial Institutions Act mediante una doppia operatività gestita attraverso finestre
islamiche.
La situazione che si è venuta a creare in Malesia, ed è tuttora presente, prevede
quindi un mercato composto sia da banche islamiche operanti sotto l’Islamic
Banking Act, sia da istitutuzioni convenzionali (commercial banks, discounted
houses, finance companies, merchants banks) offerenti anche prodotti islamici.
Questi ultimi operatori sono ammessi a svolgere attività islamica una volta richiesta
l’autorizzazione ad operare sotto il cosiddetto Islamic Banking Scheme (IBS),
contemplato nella legge del 1989. L’IBS rappresenta un’insieme di requisiti di
destinazione ed importo dei prestiti e degli altri prodotti liberi da interesse che le
banche commerciali e le altre istituzioni finanziarie convenzionali devono seguire
nella gestione delle loro Islamic windows32.
Vedremo meglio in seguito come le autorità malesi stiano attualmente svolgendo
un lavoro di indirizzamento verso la creazione di un sistema islamico
completamente parallelo a quello convenzionale, che prevede un mercato
composto solo da operatori regolati dall’Islamic Banking Act.
Linee di sviluppo dell’Islamic banking in Malaysia
La prima banca islamica della Malaysia è stata la Bank Islam Malaysia Berhad
(BIMB), costituita a seguito dell’emanazione dell’Islamic Bank Act nel 1983, con
capitale detenuto inizialmente solo dal Governo e da altri enti governativi o
federali. La costituzione di tale banca può essere considerata come un
“esperimento” delle autorità malesi circa le effettive possibilità di sviluppo
dell’Islamic banking nel Paese, dal quale sarebbero poi dipese buona parte delle
decisioni future in questo ambito.
Dopo oltre 15 anni dall’istituzione della BIMB, e dopo i risultati incoraggianti
raggiunti, nel 1999 una seconda banca islamica, la Bank Muamalat Malaysia Berhad
(BMMB) iniziò ad operare sul mercato33, introducendo i primi, seppur flebili,
elementi di concorrenza.
La prima fase dell’introduzione dell’Islamic banking in Malaysia ha quindi visto lo
Stato come protagonista principale. Questo è dovuto al fatto che le banche private
non potevano accettare il rischio, anche di natura legislativa, di iniziare ad operare
in un mercato nuovo ed appena regolamentato, con tutti i dubbi e le incertezze che
32 Per un’approfondimento sull’Islamic Banking Scheme vedi l’Appendice 1.
33 La BMMB è stata uno dei risultati della fusione tra Bank Bumiputra Malaysia Berhad (BBMB) e
Bank of Commerce (Malaysia) Berhad (BOCB). Il contratto di fusione prevedeva che le attività e le
passività di tipo islamico delle due istituzioni coinvolte fossero trasferite ad un’altra separata e
nuova istituzione, la Bank Muamalat Malaysia Berhad appunto, alla quale venivano inoltre assegnati
40 sportelli in varie località della Malaysia ed una forza lavoro di 1000 dipendenti, provenienti
direttamente dalle banche oggetto della fusione.
33
una situazione del genere avrebbe comportato. La struttura dirigenziale malese ha
deciso di agire in prima persona in fase di avviamento e sviluppo, in modo da
incoraggiare gli operatori privati.
Il passare degli anni e la forte crescita del fenomeno, unita ai risultati economici e
finanziari in linea con i target delle banche convenzionali, ha invogliato il settore
privato malese a penetrare il mercato, dapprima semplicemente offrendo prodotti
mediante la creazione di Islamic windows, successivamente (ma solo nel 2004)
attraverso la costituzione di banche ad operatività completamente ispirata ai
dettami della Shariah. In questa seconda fase le banche private hanno giocato e
stanno giocando un ruolo da protagoniste, nel migliorare i livelli di competitività
ed innovazione.
Il prendere corpo di un mercato bancario islamico, sia di matrice pubblica che di
matrice privata ha permesso poi alle autorità malesiane di indirizzare ulteriormente
la struttura di tale mercato verso un piú accentuato parallelismo con il banking
convenzionale. Tra le linee guida della recente politica finanziaria predomina
l’incoraggiamento alla conversione delle Islamic windows pesenti nelle banche
convenzionali partecipanti all’Islamic Banking Scheme in sussidarie islamiche (“Islamic
subsidiary”, IS). Si tende quindi a formare dei gruppi bancari in cui sia presente una
banca completamente ad operatività islamica operante in base alla legge del 1983,
controllata dalla banca convenzionale34.
Fin dalla sua istituzione nel 1983, anno della creazione della Bank Islam Malaysia
Berhad, il mercato islamico è cresciuto in maniera forte e costante, fino agli anni
recenti. Solo agli inizi degli anni ’90 le istituzioni convenzionali hanno iniziato a
penetrare il mercato, in maniera via via sempre piú marcata, attraverso le
cosiddette “finestre islamiche”, raggiungendo e superando per importanza relativa
le dimensioni delle banche islamiche. Nel 1999, l’anno della creazione della
seconda banca islamica in Malaysia (la Bank Muamalat Malaysia Berhad), gli assets
relativi alle due banche erano di oltre 11 miliardi di ringgit35, mentre il totale riferito
all’insieme delle istituzioni IBS era di oltre 24 miliardi di ringgit.
34 Il capitale sociale delle Islamic subsidiaries può essere acquisito da investitori malesiani o
stranieri, ma il 51% dello stesso deve rimanere sotto il controllo della banca commerciale originaria.
35 Il ringgit è stato per lungo tempo legato al dollaro americano, ed è ad oggi in uno stato di
fluttuazione contollata.
34
Un anno importante per l’Islamic banking in Malaysia è stato il 2004 quando Le
autorità malesiane hanno iniziato un processo di conversione delle finestre
islamiche presso le banche convenzionali in Islamic subsidiaries, banche islamiche a
tutti gli effetti36, regolate quindi dall’Islamic Banking Act del 1983. L’inversione di
tendenza ha subito portato risultati evidenti. Nel 2004 gli assets delle istituzioni
IBS ha raggiunto il suo massimo, con oltre 70 miliardi di ringgit. Nel 2005 tale
valore era di circa 68 milardi. Tutto questo in un quadro di mercato in costante
crescita. Quello che accade è che le banche islamiche, ex Islamic windows convertite
in Islamic subsidiaries, a seguito delle pressioni delle autorità malesiane stanno via via
acquisendo la maggioranza del mercato (da assets pari a 24 miliardi di ringitt del
2004 agli oltre 63 miliardi nel giugno 2006).
Il Governo Malesiano intende, in effetti, far confluire l’intera operatività islamica
sotto la regolamentazione dell’Islamic Banking Act, una volta terminata la fase della
familiarizzazione delle banche convenzionali con il nuovo tipo di operatività.
Questa impostazione è senza dubbio giusta e coraggiosa, capace di instaurare nel
medio termine un parallelismo perfetto con il banking convenzionale.
Dimensioni del business e prodotti in Malaysia
Attualmente il fenomeno dell’Islamic banking ha raggiunto in Malaysia una
dimensione tale da poter essere considerato una delle caratteristiche peculiari del
sistema finanziario. In particolare, l’11,3% degli attivi, l’11,7% dei depositi e il
12,1% dei finanziamenti sono riconducibili a istituzioni offerenti prodotti islamici.
ank Negara Malaysia (2005)
Per quanto riguarda la struttura dei depositi di tipo islamico la maggioranza degli
stessi è ancora detenuta da banche commerciali operanti sotti l’Islamic Banking
Scheme (oltre il 50%), ma una parte significativa è gia propria delle banche islamiche
(il 42,5%). A seguito delle indicazioni delle autorità malesiane nella direzione della
creazioni di sussidiarie islamiche per le banche commerciali, la quota parte
detenuta dalle banche islamiche è destinata a crescere in maniera consistente a
36 Per una lista completa delle istituzioni finanziarie islamiche in Malaysia vedi l’Appendice 2 a
questo capitolo.
Islamic banking: Market shares
35
breve termine, a discapito degli altri tipi di istituzioni37. Per quanto riguarda i tipi di
depositi, la quota parte maggiore è ricoperta dai depositi di investimento, per il
42,6%, e dai depositi di investimento specifici, pari al 10,5% del totale. I
finanziamenti di tipo islamico in Malaysia si basano principalmente sul concetto di
bai’ bithaman ajil, per oltre il 40,7% e sui contratti di ijara, 31,6%. È da notare come
la parte dei finanziamenti all’economia fondata sul principio di profit-loss sharing sia
estremante esigua, pari a solo lo 0,3% del totale. Questo, come già ampiamente
analizzato in precedenza, sta a sottolineare la rischiosità di tali investimenti per
l’istituzione finanziaria e l’inadeguatezza di tali prodotti nel far fronte alle esigenze
delle imprese.
Aspetti regolamentari peculiari
Nel sistema normativo malesiano, il primo aspetto di particolare interesse è il
trattamento delle problematiche relative agli Shariah boards. La composizione, le
funzioni, le questioni relative alla molteplicità dei comitati sono trattate nelle
Guidelines on the Governance of Shariah Committee for the Islamic Financial Istitutions, un
documento pubblicato dalla Bank Negara Malaysia, la banca centrale malese, nel
Dicembre 2004 con lo scopo di armonizzare un aspetto importante della finanza
islamica fino ad allora trattato in diversi atti legislativi38.
Le Guidelines innanitutto stabiliscono l’obbligo di istituire uno Shariah Committee per
le banche islamiche, le istituzioni bancarie partecipanti all’Islamic Banking Scheme e le
assicurazioni takaful. Le banche IBS possono poi costituire un Committee per
l’intero gruppo bancario di riferimento.
I doveri del Committee sono quelli di consigliare il board of directors della banca circa
le operazioni poste in essere, assicurando che queste siano conformi ai dettami
della Shariah, approvare lo Shariah Compliance Manual39, redigere documenti
riguardanti le decisioni prese e le opinioni espresse con il fine di creare una fonte di
riferimento.
Per permettere e facilitare il lavoro del comitato, l’istituzione finanziaria ha
l’obbligo di fornire le risorse necessarie allo svolgimento della normale attività ,
37 Solo nel 2004 la suddivisione dei depositi per istituzioni vedeva le banche commerciali 54,6%,
banche islamiche per il 28,5%, società finanziarie 8,2%, discounte houses 6,6% e merchant banks
2,1%, per un totale di 72,9 miliardi di ringgit.
38 Prima dell’emanazione delle Guidelines, le banche islamiche erano obbligate dalla legge del 1983
ad instituire uno “Shariah advisory body”, le imprese assicurative islamiche (takaful) dovevano
creare uno “Shariah Supervisory Council” a seguito della legge del 1984, mentre le banche
convenzionali partecipanti all’Islamic Banking Scheme, regolate dalla legge del 1989, si dovevano
dotare di uno Shariah consultant.
39 Lo Shariah Compliance Manual è una raccolta delle decisioni prese dal Comitato attraverso il
quale vengono regolati i prodotti e le procedure che necessitano del parere del Comitato.
36
assicurare l’accesso dei membri ai documenti e a tutte altre le informazioni
rilevanti, fornire materiale di riferimento, consulenze indipendenti esterne, training.
L’istituzione deve riferire inoltre al comitato circa i problemi di conformità
islamica, mentre i documenti relativi ai prodotti islamici devono essere validati e
assicurati dal Committee.
Membro di un comitato può essere solamente una persona fisica. Un individuo
può essere membro di un solo comitato per ciascun ramo finanziario40. I membri
devono essere qualificati nello studio della Legge islamica o la legge commerciale,
ovvero possedere la necessaria conoscenza ed esperienza in tali campi. Il comitato
deve essere composto da almeno tre membri e deve essere dotato di un segretario.
Queste misure hanno lo scopo di fornire la maggiore indipendenza e funzionalità
possibile agli Shariah Committees, che rappresentano gli organi di garanzia islamica
piú importanti. L’efficiente attività dei comitati rappresenta una chiave importante
nel rapporto tra la banca e la clientela di religione musulmana, in quanto
quest’ultima ripone la sua fiducia circa conformità islamica delle operazioni
bancarie proprio in seno a questi organi.
Per quanto riguarda le problematiche relative alla moleplicità degli Shariah boards il
sistema malese ha incentrato i poteri dicisionali ultimi sullo Shariah Advisory Council
(SAC) della Bank Negara Malaysia, il quale decide in maniera definitiva sulle
materie relative alla conformità dei prodotti islamici. Per valorizzare il Council, il
sistema giudiziario malesiano ha riconosciuto il SAC come riferimento nelle
dispute legali che coinvolgono la finanza ed il banking islamico.
Un altro aspetto di particolare interesse nella regolamentazione delle banche
islamiche è rappresentato dal trattamento della dotazione patrimoniale a fronte dei
rischi di credito, di mercato e operativi connessi all’attività di banking. Le
pecularietà dei contratti di profit-loss sharing, in particolare dei depositi di
investimento, fanno si che la banca possa raccogliere risorse finanziarie senza
l’obbligo di pagare una remunerazione come corrispettivo.
Sotto questo aspetto il mondo finanziario internazionale islamico ha adottato una
regolamentazione tendenzialmente omogenea. L’Islamic Financial Services Board
(IFSB), un organo internazionale che comprende come membri banche centrali e
commissioni di vigilanza del mercato dei principali paesi islamici, ha pubblicato nel
Febbraio 2006 due documenti, il Capital Adequacy Standard (CAS) e i Guiding
Principles of Risk Management (Guiding Principles), con l’intenzione di regolare in
maniera accentrata i requisiti di dotazione patrimoniale delle banche islamiche.
40 Questo significa che un menbro di uno Shariah Committee di una banca non può essere
contemporaneamente membro di un comitato di un’altra banca, ma può essere membro di un
comitato di una compagnia di assicurazione.
37
Il Capital Adequacy Standard, in particolare, punta a ricoprire la stessa funzione
assunta dall’Accordo di Basilea II in relazione alle banche convenzionali. Da parte
sua la Malaysia, uno dei membri dell’IFSB, ha da subito accolto con favore tale
regolamentazione e si è adoperata per l’effettiva implementazione.
La differenza piú marcata e piú interessante rispetto all’accordo di Basilea vede la
determinazione del Risk Weighted Capital Ratio (RWCR)41 calcolato tenendo conto
delle peculiarietà dei depositi di investimento (Profit-Sharing Investment Account,
PSIA), che non rappresentano vere e proprie passività . In particolare:
Fonte: Bank Negara Malaysia (2005)
Il RWCR è quindi dato dal rapporto tra capitale proprio (capitale sociale e riserve)
e il totale dell’attivo attivo ponderato per il rischio (Risk Weighted Assets) diminuito
però della della parte dello stesso attivo finanziato da contratti di profit-loss sharing,
ossia i depositi di investimento.
Una impostazione di questo tipo, al di là della determinazione di un particolare
requisito minimo per il RWCR, è senza dubbio corretta in quanto contempla una
particolarità dell’Islamic banking di fondamentale importanza, ossia di poter dividere
le perdite con i depositanti in caso di risultati negativi. Criticità possono essere
riscontrate sulla capacità di tale indice di valutare in modo corretto tale
caratteristica, ma ciò non signfica che la struttura di tale indice non possa essere
migliorata lasciando inalterate le sue caratteristiche concettuali essenziali.
41 Il calcolo di un attivo ponderato per il rischio è alla base anche dell’Accordo di Basilea sulla
dotazione patrimoniale delle banche, secondo il quale ad ogni attività in possesso della banca è
assegnato un particolare peso, in relazione allo standing dell’emittente, alla durata dell’esposizione
etc. In concordanza con tale Accordo le banche devono avere un RWCR > 8%.
Determinazione del RWCR
38