Aspetti finanziari e reddituali

La concezione islamica dell’intermediazione finanziaria ha determinato una particolare struttura del bilancio delle banche, con peculiarità sia sul lato dell’attivo sia sul lato del passivo, nonchè sulle componenti del reddito. Le differenze principali rispetto alle banche convenzionali sono derivanti in particolar modo dalla stipula dei contratti di partecipazioni agli utili ed alle perdite.

Per quanto riguarda il passivo di bilancio, i depositi a vista rivestono lo stesso ruolo assunto nelle banche convenzionali, garantiscono alla banca una raccolta sostanzialmente stabile ed a basso costo, ma sono solitamente a vista.

Particolare è invece il ruolo dei depositi d’investimento, fondati sul concetto di mudharabah. Tali strumenti forniscono alle banche una fonte di risorse ideale che puó essere assimilata, una volta concluso il contratto, piú a capitale proprio che a capitale di debito. La banca infatti assume, fino alla scadenza del contratto, la proprietà e la gestione dei fondi, che vengono effettivamente impiegati come capitale di rischio, nel senso che la remunerazione è determinata dalle performances economiche della banca. Questo non deve ingenerare confusioni, soprattutto è opportuno sottolineare come i depositi di mudaraba non diano a diritto di voto in assemblea.

A differenza del capitale proprio, i depositi d’investimento sono peró a scadenza predeterminata, generalmente entro l’anno, o con preavviso, il che induce le banche ad investire questo tipo di risorse in progetti a breve termine, per non incorrere in un mismatching temporale tra fonti ed impieghi. La percentuale dei depositi di investimento con scadenza superiore ad un anno è solitamente molto minore di quella dei depositi a breve termine, e raramente maggiore al 15% del totale.



I depositi di investimento sono gli strumenti che in maniera maggiore si discostano dalla operatività delle banche convenzionali, e sono gli strumenti attraverso i quali le banche islamiche possono ottenere un vantaggio competitivo, avendo la possibilità di spalamare parte delle perdite sui risparmiatori, e quindi sopportare meglio le fasi di recessione dell’economia.

La particolare natura del passivo bancario ha portato numerosi studiosi a ritenere che le banche islamiche possano avere una dotazione patrimoniale inferiore rispetto a quella delle banche convenzionali, in quanto soggette generalmente a minore rischiosità.

Questo argomento è senza dubbio corretto, e va tenuto presente soprattutto in ambito di regolamentazione prudenziale. Norme troppo stringenti, derivate magari dalla regolamentazione delle banche convenzionali, potrebbero impedire un armonioso sviluppo delle istituzioni islamiche, le quali potrebbero trovare degli impedimenti eccessivi in tema di investimenti.

Un altro aspetto peculiare della dotazione patrimoniale delle banche islamiche è, come accennato in precedenza, la presenza di particolari tipi di riserve, legali o statutarie, a copertura dei rischi a carico dei depositanti. In particolare possono essere presenti due tipi di riserve. La prima è a copertura dei rischi di erosione dei fondi dei risparmiatori, in modo da pressochè garantire il capitale. La seconda è
utilizzata per accantonare risorse nelle fasi di congiuntura economica favorevole per redistribuirle poi in fasi di rallentamento, allo scopo di evitare variazioni troppo marcate nella quantità degli utili conpartecipati. Da evidenziare come la particolare natura del passivo bancario ha portato numerosi studiosi a ritenere che le banche islamiche possano avere una dotazione patrimoniale inferiore rispetto a quella delle banche convenzionali, in quanto soggette a minore rischiosità.

Sul lato dell’attivo i contratti di profit-loss sharing rappresentano generalmente una parte minoritaria degli investimenti. Tra questi, gli accordi di mudaraba hanno la caratteristica di essere a breve scadenza, mentre i contratti di musharaka sono tendenzialmente con scadenze a piú lungo termine. Gli accordi che non prevedono una compartecipazione agli utili, quali il murabaha, lo ijara, il bai’ bithaman ajil e l’istisna’ determinano impieghi generalmente simili ma leggermente piú rischiosi nelle banche islamiche rispetto ai corrispondenti contratti delle banche convenzionali, per il fatto che la banca si assume la proprietà del bene oggetto dell’accordo fino alla scadenza del contratto.
Il conto economico delle banche islamiche vede allora una parte dei ricavi e dei costi legata ad accordi di compartecipazione. La caratteristica delle banche islamiche è quella di presentare una raccolta sostanzialmente a basso rischio, essendo riuscite ad eliminare gli interessi passivi. I rischi economici vengono ripartiti tra banca e depositanti, i quali accettano una remunerazione variabile ed
incerta. Dal lato dei ricavi le banche sopportano invece l’incertezza dei risultati delle imprese in cui investono, contemplando possibili perdite economiche.

Le forme di impiego non basate sulla compartecipazione agli utili ed alle perdite, invece, determinano per la banca dei ricavi indipendentementi dagli effettivi risultati reddituali dell’impresa finanziata, con caratteristiche di rischiosità molto minori rispetto al mudaraba o al musharaka.