L’Islamic banking ed il banking convenzionale

L’Islamic banking ed il banking convenzionale

Il particolare legame tra la banca islamica e la società, ravvisabile nei contratti di compartecipazione agli utili ed alle perdite, è uno dei temi principali in materia di Islamic banking, ed è una delle argomentazioni piú interessanti in tema di maggiore equità e sostenibilità di questo sistema rispetto a quello convenzionale, anche se è bene ribadire che la presenza e l’utilizzo della compartecipazione riveste solitamente nelle banche islamiche un ruolo fondamentale ma quantitativamente non preponderante.

Le prospettive economiche del sistema bancario in un economia islamica sono legate a doppio filo sia alle imprese sia ai depositanti, formando in linea teorica una sola entità. All’interno del rapporto possono subentrare sinergie tra i debitori della banca, rafforzandolo. I risultati economici delle banche derivano in maniera diretta da quelli delle imprese finanziate, e dai risultati della banca deriva la remunerazione dei depositi. In questo contesto i ricavi che rimangono all’interno della banca sono a copertura dei costi operatavi che essa deve affrontare, addizzionati ad una remunerazione legata ai servizi svolti. Un sistema di questo tipo è ritenuto dai teorici islamici piú equo di quello basato sull’interesse, perchè la ricchezza viene distribuita tra tutte le parti del sistema economico, non permettendo accumuli di ricchezza in seno ad una delle parti a discapito delle altre. Un altro argomento abitualmente a favore del banking di tipo islamico è la migliore efficacia nella scelta degli investimenti. Molto spesso nella prassi bancaria convenzionale le banche affidano le imprese in base al loro merito creditizio e non in base alla bontà delle operazioni che vogliono mettere in essere. Solidità patrimoniale e garanzie reali sono argomenti fondamentali nelle istruttorie di fido convenzionali. Una banca islamica pone invece l’accento sulla capacità dell’investimento programmato di generare flussi reddituali, dai quali dipende la remunerazione del prestito.
La differenza principale tra banking islamico e banking convenzionale in ambito di rischiosità è sicuramente l’assenza di rischio di interesse, che rappresenta la forma di rischio tipica delle istituzioni creditizie convenzionali. Le oscillazioni dei valori degli impieghi e della raccolta derivanti dalle fluttuazioni dei tassi non sono una preoccupazione per una banca di tipo islamico. La forma di rischio tipica delle istituzioni islamiche è piuttosto il generico rischio economico delle imprese, che puó essere poi redistribuito tra banca e depositanti. La possibilità per le banche di ripartire le perdite economiche tra il capitale proprio e quello dei depositanti, fornisce alle banche islamiche uno strumento di copertura notevole, non a disposizione delle banche convenzionali È necessario comunque ricordare che i depositi di investimento, pur non essendo a vista ed essendo disponibili solo tramite preavviso, non sono parte del capitale, questo significa che in caso di ventilato fallimento della banca si ingenererebbe ugualmente una corsa agli sportelli che destabilizzerebbe ulteriormente la banca.

I risultati delle banche fluttuano con il fluttuare dell’economia, ed il fallimento di un’istituzione sarebbe il risultato di una profonda e duratura recessione economica, tale da deteriorarne l’intero capitale. In una simile situazione neanche le banche convenzionali avrebbero in realtà migliore fortuna. Infatti durante la recente crisi dovuta a fattori che vanno ben aldilà dei mutui ipotecari, le banche tradizionali hanno accusato il colpo più velocemente ed – in alcuni casi – anche in maniera fatale. Per contro il sistema islamico è rimasto colpito solo per quella parte di investimenti nei paesi occidentali che nella maggior parte dei casi sono stati immediatamente ammortizzati dalle istituzioni islamiche grazie alla maggior liquidità ed alla possibilità di trasferire le perdite ed alla possibilità di attingere alle riserve accantonate per superare il periodo di crisi.

Anche il trattamento dell’inflazione viene ridimensionato in un sistema di ripartizione degli utili. Infatti i risultati economici delle imprese incorporano al loro interno (come generica differenza tra fatturato e i costi affrontati nel periodo) le variazioni del livello dei prezzi. I rendimenti sui capitali nei contratti di mudaraba, sia per le banche che nelle imprese, sono quindi potenzialmente esenti da erosione, anche se una completa assenza di inflazione è solo teorica e sarebbe possibile solo in un sistema economico competamente islamizzato, dove l’unico contratto disponibile fosse quello di compartecipazione agli utili.

Un altro elemento fondamentale nel confronto tra banking convenzionale e banking islamico è il ruolo di nicchia di cui il mercato islamico ha giovato nelle sue fasi iniziali e che rimane tuttora parte importante nella comprensione di questo fenomeno. A parte qualsiasi riflessione di carattere economico bisogna sempre tenere presente il contenuto religioso che è alla base dell’Islamic banking. L’Islam è una religione che regola profondamente tutti gli aspetti della giornata e della vita umana, economia compresa. Questo significa che la comunità islamica sente il bisogno di adempiere ai suoi doveri religiosi anche nel rapporto con un’istituzione finanziaria, preferendo spesso un prodotto conforme alla Shariah rispetto ad uno tradizionale indipendentemente da riflessioni di carattere concorrenziale. È stata piú volte sottolineata, infatti, la natura fiduciaria di un contratto di profit-loss sharing, che è senza dubbio quello maggiormente ispirato ai prinicipi religiosi islamici.